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Breve antologia poetica

Published by Fabio on Mercoledì, Novembre 11, 2009 - 22:32:19



Preghiera

Tante le volte int’un mumento statigo

me digo:«Te chi sei l’anima mia?»

Ch’el scrive me diventa più afanatigo

si rósiga el cervelo la poesia.

Alora vojo dire in senso làtigo:

sapessi come pô la fantasia

tuffasse drento al celo più ‘crobatigo

fenire in pozo de malincunia!

De sera quando el celo è soto tiro

vurìa tuto ma tuto fuge via

che si ce penzo m’amanca el respiro.

Ma basta un strigulì de l’armunia

per dì che ridovunque el sguardo giro

in mezo io te vedo e cuscì sia!

(Da “Castalfretto nostro” 1989)


L’eco

Avevi la terra sotto casa e la finestra sul grano

a maggio un arlecchino con toppe di papaveri.

Quanti anni fa le mucche baritone

trainavano da un punto all’altro i campi

e gli animali gridavano?

Potrei rifare un cielo tenue d’acquerello

filo su filo i capelli al pagliaio ma ora

al filo di spine il rosmarino è violastro

e il sole in ruggine alle due. Alle tre

il vento fa tutto il giro del muro ed esce

dall’arco. E tu attendi la tromba dei tuoni

che sbrecchi il gran vaso dei cieli…

Non accade che vecchia moina di nubi. Poco.

È poco se il nuovo è gran neve

o tempi di arpeggi sempre identici… E se

E se andassimo noi due soli come intatti

nella mano e nella voce come due miracoli

nell’eco che ripete che questo

è l’eterno – eterno – non altro

dislocato tra i rumori – rumori?

Mi manca appunto lo slancio…

(Da “Mistero in cartapesta” 1993)

…………………………….

“E fu sera e poi mattina”

alle antiche parole

obbedisce il giorno.

Dal prato i fiori a grappoli

alzano inni al colore.

I grandi spezzano

il nome in briciole

i bimbi dietro la palla

lei sempre dove vuole

a uno, due rimbalzi

la Trinità balla.

(Da “Ad aperto silenzio”. 1998)

Indove (Dove)

Indove è ‘ndati i nùvuli

che ieri cumulàvene

e i campanili indó

senza più cielo?

Te, siepe de testa,

ragaza de le cùpole,

te sei purtata via

tuta la cità.

Te eri la cità

de sopraciji e rondini

movenze soto tégule

Adè cornachie strìdule

pe j archi e le scalete

a capofiti vìgoli.

(Da “Canto a cinque voci”. 1999)


Turno

Quando non ci sarò più io

a guardare l’orizzonte

continua tu e quando

non ci sarai più tu

dillo a un altro. Nessuno

lasci solo il mondo

dove cala il sipario

e riapre un altro giorno

quel pino curvo… come lui

nessuno ha cercato la luce

ha fatto tremare il tempo

con tutte le radici.

(Da “… e dello Spirito”. 2000)


La creazió oramai…

El cielo ancora sta

sopra de noi

e pure el sole.

La tera ancora sta

soto noialtri

che la pistamo

che la ciacàmo

e l’omo e le bestie

e le piante e

quelo che c’è

è stato un sbajo

la creazió.

E adè gnente da fà

la creazió oramai

è diventata eternità!

(Da “I luoghi dell’anima”. 2002)

Se…

Si ‘splode l’atomo nte l’aria

e fumiga i crateri

sui monti sporgenti

‘rorate coeli’

Si na gocia esiste

tuto el mare imenso

basta na scintila

a ‘cende l’universo.

(Da “Esino, immagini e parole”. 2005)

Sgocciolìi

La morte sempre a portata d’occhi

basterebbe all’immortalità

Le parole si iscoriano come le bocce

strada facendo polvere

è nei versi a singhiozzi

il frastuono del cuore

tutti rubano parole

ma solo quelle

Batte in precise rime

l’impreciso respiro

Sei tu che avvìi la scrittura

poi ti soverchia

Se tutto scorre, pure tu scorri

Eraclito…

A salvare il mondo

è una bugia

La morte felice amnesia

La gran risata dove tutti

gli elementi corrispondono.

“ControVerso (a) Massimo” in “Giovani poeti leggono”. 2007